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Linee di parole

Autrice

Cinzia M. Adriana Proietti

Casa editrice

Eretica Edizioni

Anno di pubblicazione

2023

Trama

Al pari di uno spartito musicale ove si alternano note e pause, brulicano, ai margini dei pensieri, parole e silenzi. Consigli aforistici si alternano a liriche poetiche con un dialogo in divenire melodico, disteso e conviviale, che cela l’anima sensibile dell’autrice alle esigenze umane del quotidiano.

Introduzione – a cura di Luciano Lepri, critico letterario e scrittore

“Iniziai a cantare / liriche al vento / inebriandomi / di antiche melodie”; questi sono alcuni versi di “Introduzione” alla lirica che apre la raccolta di Cinzia Maria Adriana Proietti “Linee di parole”.

E’ un’introduzione che estrinseca richiami classici allorquando l’autrice cita il Monte Cinto, l’Isola di Delo, la città di Hadria: è un’introduzione che serve alla Proietti per esporre la propria poetica, che spazia dalla poesia, alla musica, alla pittura e che si compendia in questa raccolta in cui manifesta quelle che sono le tematiche che le sono più care e alle quali vuole dare significato e visibilità per porle all’attenzione del lettore affinché partecipi alla sua vita, ai suoi sentimenti, emozioni, ricordi, alle sue visioni.

C’è una lirica, in particolare, che compendia tutto questo, manifestandolo ed enunciandolo in limpidi versi: è “Se fossi poesia”.

In questa lirica in cui la Proietti formula il suo modo di fare poesia, o meglio di essere poesia, c’è tutto il suo mondo, tutta la sua poetica che possiamo sezionare in almeno quattro grandi gruppi che sono: poesia, dove è sovrano l’amore; quella in cui la protagonista è la vita con il suo scorrere e presentarsi; quella emozionante delle visioni e quella, altrettanto coinvolgente, dei sentimenti, delle emozioni, dei ricordi. Ma nel lasciare al lettore tutto il piacere di questa scoperta, che sarà guidato dalla chiarezza, dalla serenità, dalla sincerità dei versi dell’autrice, versi che lo indurranno a un coinvolgimento emotivo ed emozionale di sicura partecipazione, occorre che almeno per sommi capi, ed in estrema sintesi, il critico tracci qualche linea, apra qualche spiraglio, proponga una sua esegesi nel tentativo (vano?) di cogliere l’anima, lo spirito, il mondo della nostra poetessa.

Iniziamo con l’esaminare le liriche dedicate all’amore.

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Postfazione – a cura di Michela Zanarella, poetessa e giornalista

“Iniziai a cantare / liriche al vento / inebriandomi / di antiche melodie”; questi sono alcuni versi di “Introduzione” alla lirica che apre la raccolta di Cinzia Maria Adriana Proietti “Linee di parole”.

E’ un’introduzione che estrinseca richiami classici allorquando l’autrice cita il Monte Cinto, l’Isola di Delo, la città di Hadria: è un’introduzione che serve alla Proietti per esporre la propria poetica, che spazia dalla poesia, alla musica, alla pittura e che si compendia in questa raccolta in cui manifesta quelle che sono le tematiche che le sono più care e alle quali vuole dare significato e visibilità per porle all’attenzione del lettore affinché partecipi alla sua vita, ai suoi sentimenti, emozioni, ricordi, alle sue visioni.

C’è una lirica, in particolare, che compendia tutto questo, manifestandolo ed enunciandolo in limpidi versi: è “Se fossi poesia”.

In questa lirica in cui la Proietti formula il suo modo di fare poesia, o meglio di essere poesia, c’è tutto il suo mondo, tutta la sua poetica che possiamo sezionare in almeno quattro grandi gruppi che sono: poesia, dove è sovrano l’amore; quella in cui la protagonista è la vita con il suo scorrere e presentarsi; quella emozionante delle visioni e quella, altrettanto coinvolgente, dei sentimenti, delle emozioni, dei ricordi. Ma nel lasciare al lettore tutto il piacere di questa scoperta, che sarà guidato dalla chiarezza, dalla serenità, dalla sincerità dei versi dell’autrice, versi che lo indurranno a un coinvolgimento emotivo ed emozionale di sicura partecipazione, occorre che almeno per sommi capi, ed in estrema sintesi, il critico tracci qualche linea, apra qualche spiraglio, proponga una sua esegesi nel tentativo (vano?) di cogliere l’anima, lo spirito, il mondo della nostra poetessa.

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